Marzo
mercoledì, 9 aprile 2008, 14:20 - Musica, Storie di vita
Se vi venisse in mente di risparmiare soldi tagliando la vostra bolletta telefonica sappiate chel'unico risparmio sarà quello dei mesi passati senza linea.
Si, perché dopo aver pensato da furbacchioni di abbandonare Telecom siamo andati verso il blocco totale della linea. Ora mi collego con il cellulare.
Però di cose ne sono successe, a cominciare dal fatto che sono andato in trasferta a Perugia a fare delle lezioni. Pubblico tosto quello perugino, non applaude nemmeno dopo il bis. Epperò sembra essere andato tutto bene (un po' meno per la mia autostima ma quella ai fini del curriculum pare non conti, a meno che uno non lo segnali, ma si può omettere tranquillamente).
Mentre ero lì ho finalmente visto questa splendida città arroccata su un cucuzzolo e piena di stranieri. Un ambiente davvero frizzante. Già che c'ero ho pure visitato la mostra del Pintoricchio: certe madonne! No sul serio, era tutta centrata sulle madonne con bambino. Tra l'altro nemmeno tutte del Pintoricchio: non credo che sarà qualcosa che ricorderò negli anni.
Qualcosa che ricorderò sono invece due concerti a cui ho assistito.
Ad inizio mese sono andato a vedere gli Eels all'Auditorium. Questa storia inizia quando sono andato a comprare i biglietti direttamente lì. Una signorina mi ha fatto vedere il monitor con tutti i posti disponibili:
Signornina Auditorium: il biglietto unico per la sala costa 25 euro, potrebbe prendere questi che sono rimasti in galleria.
tsu: scusi, ma quelli verdi sono quelli liberi?
S.A.: si
tsu: e quei due in prima fila?
S.A.: sono liberi.
tsu: beh allora prendo quelli.
S.A.: ma sono in prima fila!!!
Forse non le sembravo degno della prima fila oppure pensava che, come al cinema, i posti in prima fila non fossero granché, però sembrava decisamente turbata nel volerci dare i posti in prima fila (mentre io ero decisamente eccitato all'idea).
E in effetti un po' l'abbiamo pagata: nessuno ci aveva avvertito che alle 21 non sarebbe il concerto, ma un docufilm sulla vita del padre di Mark Oliver Everett, anima del gruppo: il documentario parlava di Hugh Everett III, celebre fisico americano che ha proposto l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica. Ora non è perché si parlasse di fisica quantisca in inglese senza uno straccio di sottotitolo (faccio fatica a seguire un film senza l'ausilio del sottotitolo in inglese sotto) anziché farci vedere il concerto che volevamo. Il problema stava nel fatto che la proiezione avveniva su un enorme telo posto davanti il palco. Ossia a un metro e mezzo da noi. Il che ha avuto forti ripercussioni sul mio collo che è stato dolorante per svariati giorni.
Alla fine poi il concerto è iniziato e devo dire: ne valeva la pena. A parte la goduria di vedere un concerto come se fossi nel salotto di casa mia, la performance è stata eccezionale: Everett si è presentato inizialmente da solo e poi a lui si è aggiunto The Chet, uno che la musica ce l'ha davvero nel sangue e che per tutto il concerto si è alternato tra chitarra, batteria, tastiere e sega (che incredibilmente ha lo stesso suono del Theremin). Nel frattempo si sono anche abbandonati a qualche momento di pura comicità: le lettere dei fan, l'incontro tra Everett e non ricordo che attrice e le recensioni dei concerti (stupendo il siparietto in cui legge soddisfatto una recensione e poi si accorge che è degli Eagles!). Insomma una gran serata. Peccato che sono stati un po' tirchi e non hanno concesso bis (l'assenza di bis provoca sempre una delusione!)
A fine mese mi sono concesso una trasferta fino a Firenze per vedere nientepopòdimenoche i Portishead (ancora esistono? io sono rimasto ai primi due album degli anni 90! tranquilli stanno ancora lì, il terzo esce ora!). A causa di un sacco di impegni è stata una fuitina con repentino ritorno: siamo partiti in macchina nel pomeriggio e siamo ritornati in piena notte.
Vedere i Portishead dal vivo è stata una grande emozione, non pensavo davvero che un giorno avrei potuto sentire la splendida voce di Beth Gibbons. Un concerto emozionante, anche se quella sera non eravamo nelle condizioni migliori per un concerto (ma questa è una storia che non posso raccontare). I vecchi pezzi sembrano ancora attuali e quelli nuovi erano decisamente interessanti (anche se sono rimasto perplesso da 1 o 2 pezzi che sembravano più dei Daft Punk che loro). Adesso mi mancano i Massive Attack a luglio e sono davvero soddisfatto.
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Vaffanfulla ovvero Il giorno della Marmotta
martedì, 26 febbraio 2008, 14:43 - Musica, Film, Storie di vita
Dopo un lungo periodo di vita sociale praticamente assente, a causa dei tentativi di diventare un futuro giovane ricercatore precario, finalmente io e la G! ci siamo concessi un lungo week-end di vita sociale.[Ok, qualcosa in realtà l’ho fatta, non è che stavo proprio chiuso in casa. Sono andato a Milano a vedere gli Smashing Pumpkins. Oddio, non erano proprio gli Smashing Pumpkins, era Billy Corgan che con un altro gruppo faceva delle cover degli SP. Credo che il nome fosse Smashing Beans, ma forse mi confondo.]
Giovedì
In realtà Giovedì ho lavorato, ma un presagio mi ha fatto capire che era ora di relax. In camera ho un piccolo calendarietto, di quelli a cui ogni giorno si strappa il giorno. Giovedì mattina appena sveglio strappo il nuovo giorno. Vado a farmi il caffé (mai fare nulla prima del caffé) e dopo averlo bevuto torno in camera e come prima cosa ri-strappo il giorno. Da giovedì il calendario passa direttamente a sabato. Strabuzzo gli occhi, forse sto ancora dormendo? No, salta proprio il venerdì. Mi preparo per uscire devo parlare a ingegneri e architetti di Psicologia Ambientale (che ovviamente non è il mio campo, ma fuori dall’università quando ti pagano sei esperto di qualsiasi cosa!). Chiamo la G! al telefono e le racconto del calendario.
tsu: …e così anziché Venerdì c’era Sabato!!!…ahahahah
G!: ma oggi è Venerdì?
tsu: …
G! è Giovedì o è Venerdì?
tsu: ehr…
Per tre giorni in camera mia è stato sabato. Ok, ho proprio bisogno di relax.
Venerdì
Serata nel quartiere. Io abito al confine tra il Pigneto e TorPignattara (in realtà è ancora Pigneto dove sto io, ma la gente non ci crede mai!) ed è pieno di cose da fare qui. Visto che giochiamo in casa, lasciamo la macchina parcheggiata e giriamo a piedi. Arriviamo fino da Margarì, una pizzeria napoletana che ci hanno consigliato. Ottima pizza, buoni fritti ad un prezzo abbordabilissimo. Peccato che appena entriamo scopro che al tavolo a fianco a me c’è una coppia di miei vecchi amici dell’università. Oh che bello! Ah, no…lui ha gli occhi rossi e lei le lacrime. Forse non era il momento di andare lì a salutarli gioioso. Vabbé.
Dopo la pizza, raggiungiamo sempre a piedi un po’ di amici che stazionano all’isola pedonale del Pigneto. Non lo avevo ancora visto di sera (per me esistono solo San Lorenzo e Trastevere, gli altri sono sempre e solo luoghi di passaggio) e devo dire che sembra interessante. Però la destinazione di questa sera è il Fanfulla 101 un localino dove si entra con la tessera Arci (5 euro) e poi si balla e si beve. La musica non è male, i cocktail costano 4 euro e il locale piuttosto affollato. Forse un po’ troppo per permettere alla gente di fumare, tant’è che dopo un po’ non si respira. Però ci divertiamo abbastanza fino alle 2, quando dovremmo tornare a piedi fino casa. Fortuna che un’anima pia ci raccatta e ci riporta a casa, sennò saremmo arrivati stremati.
Sabato
La G! aveva già visto Miss Kittin al Brancaleone ad Ottobre. Valeria era con lei, anche se in realtà era poco presente. Io non c’ero proprio. Quindi si decide che ci andiamo. Un tempo frequentavo assiduamente il Branca di Venerdì, alle serate di Agatha e consideravo la serata del sabato un po’ coatta. Non tanto per la musica, era una serata House ma comunque con bella musica, quanto per la gente che questo tipo di musica richiama. Comunque il Branca era ancora considerato un centro sociale (più di una volta gente uscita da lì era stata pestata da fascistelli) e non richiamava certa gente, non tanto per motivi ideologici, quanto per la fama di centro sociale.
Ora che si è scrollato di dosso questa nomea e che viene considerato più un locale come tanti altri, ci va un po’ chiunque. Ma forse manco troppo.
Arriviamo verso mezzanotte e c’è una fila piuttosto lunga. Armati di pazienza e di una bottiglia di vino ci mettiamo pazientemente in coda. La gente che vediamo intorno a noi non è proprio delle migliori ma pazienza (anche se ce li guardiamo un po’ con la puzza sotto il naso). Non è che una volta le persone che ci andavano fossero dei santi, c’era sempre quello che si imbucava a metà fila per saltarla, ma almeno se glielo facevi notare facevano una risatina imbarazzata, cercavano di corromperti offrendoti da bere, e magari se ne andavano con la coda tra le gambe. Quelli di sabato no. Non solo saltavano la fila, ma pure con arroganza come se gli fosse dovuto.
tsu: oh coso, guarda che c’è una fila!
coatto: e allora?
tsu: allora non puoi passarmi avanti!
coatto: vabbé passa avanti.
tsu: beh dillo pure a quelli dietro allora.
coatto: che volemo fa’ ‘na guera?
La guerra non l’abbiamo fatta e lui si è tolto dalle palle perché i suoi amici si sono sentiti in imbarazzo a stare lì e hanno cominciato a prenderlo per il culo e se ne sono andati. Non so se si siano fatti la fila dall’inizio ma sicuramente hanno provato ad imbucarsi da molto più indietro.
Tempo 10 minuti e di nuovo un’altra guera:
coatta: ei, guarda che stavo passando.
tsu: no, ti stavi imbucando!
coatta: vabbé ma io c’ho gli amici che stanno già dentro.
tsu: …
vale: vabbé ma ti rendi conto che anche noi vogliamo entrare?
tsu: vale lascia stare, non ci può arrivare.
Questa è rimasta talmente umiliata da ciò che le avevo appena detto che non solo non è passata perdendosi gli amici che si erano imbucati davanti a noi, ma persino quelli dietro non l’hanno fatta passare e ne abbiamo perse le tracce. Credo stia ancora lì ad aspettare.
Per il resto la serata è stata figa, anche se abbiamo avuto problemi con li bar e quindi siamo rimasti a secco: provate voi ad attraversare una sala stracolma di gente per arrivare al bancone e poi scoprire che devi attraversare metà sala per arrivare alla cassa. Ora che ci siamo riusciti aveva chiuso. Ma porc*°*°°*°.
Domenica
Dopo esserci svegliati alle 4 del pomeriggio (non abbiamo più il fisico per rientrare all’alba!) abbiamo deciso che era tanto che non andavamo al cinema. Anzi, una birretta e poi il cinema. Scegliamo di andare verso Piazzale degli Eroi, perché lì c’è un cinema che fa Sweeney Todd di Tim Burton e il Lapsutinna che è una birreria con una vasta scelta di birre belghe. Al pub abbiamo bevuto e mangiato abbondantemente e molto bene, anche se forse abbiamo speso oltre ogni previsione. Enormi piatti di patatine condite con ottima birra. Anche se ci hanno costretti a vedere Amici di Maria De Filippi e ci hanno piazzato proprio sotto il televisore, mentre la figlia della proprietaria se lo guardava entusiasta. Magari è necessario rivedere alcuni piccoli particolari.
Il film, invece, è stato proprio bello. Un grande Johnny Deep che nella parte diabolica del barbiere assassino ci sta proprio bene e pure brava lo è stata Helena Bonham Carter che ormai fa sempre ruoli in cui siano previsti capelli da pazza. Ormai Tim Burton è sempre di più nel mio olimpo privato dei registi.
Lunedì
È stato solo Lunedì 25 Febbraio.
Martedì
Anche oggi è stato Lunedì 25 Febbraio. Ok, il mio calendarietto da i numeri. Sempre gli stessi, ma li da.
What if there is no tomorrow? There wasn't one yesterday.
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Ardecore @ Init
giovedì, 15 novembre 2007, 01:10 - Musica
Se si sbaglia è bene ammetterlo. Ero prevenuto verso gli Ardecore. Non per loro in sé, ma perché non mi piacciono gli Zu che degli Ardecore sono un'anima. Per carità, prima che qualcuno dei fan degli Zu mi venga a parlare delle loro doti tecniche (e qui il riferimento è solo a certi tipi di fan che è possibile trovare in taluni vecchi commenti al blog) li ritengo dei validissimi musicisti e anche coraggiosi. Il tipo di sperimentazione che fanno è ammirevole. Ma non mi piace.Detto ciò, ho invece sbagliato ad essere prevenuto verso gli Ardecore. Mi sono talmente ricreduto che mi hanno passato gli album e la sera stessa sono andato al concerto. Prendete delle vecchie canzoni melodiche in romanesco (er barcarolo và contro coreeeente e quanno canta l’eecooooo s’arisente) mettetela in mano a gente che ben mastica jazz, blues, noise e che ben conosce gli originali…e avrete qualcosa di incredibile. A parte qualche stecca, l’assenza del sax degli Zu e di Geoff Farina (se si fosse presentato avrei fatto certificare il record di persona che ho visto in più formazioni diverse: Karate, Secret Star e solista) il concerto è stato molto bello e divertente. Le cover delle vecchie canzoni romane sono davvero belle e mi danno un brivido di emozione. Le canzoni originali sono stupende
La solita nota dolente è sempre e solo per i locali romani che diventano sempre più esosi. L’Init ha riaperto e questa è una bella notizia. E’ un bello spazio che porta avanti un progetto di qualità ma che forse non avvicina molto le persone alla musica. Anche se 10 euro di biglietto non sembrano tanti diventano una spesa considerevole se date con frequenza (hanno tirato fuori un bel programma ma concentratissimo). E mi raccomando non fatevi venire sete!
Forse starò diventando come quel tizio che ad un concerto degli Unwound (o erano i Bedhead? boh ormai la mia memoria vacilla)al Brancaleone si lamentava perché 8mila lire erano troppe (non erano nemmeno 10 anni fa, mi sento un po’ vecchio!). Vecchie abitudini che non cambiano mai!

Ardecore
Init
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Civis Romanus Sum
domenica, 11 novembre 2007, 18:01 - Musica, Storie di vita
Alla fine ce l’ho fatta. Ho smesso di essere un padoaschioppano bamboccione e ho cominciato finalmente la vera vita del bassosalariato. Quella in cui vivi in una stanza convivendo con due persone (in altre stanze) e uno stendino (nella tua stessa stanza) e ogni 5 euro di spesa il tuo cuore sussulta pensando “io non ce la posso fare ad arrivare a fine mese”. E poi devi fare le pulizie, fare il bucato, rifarlo perché non è venuto bene. Ricordarti che devi fare la spesa sennò non mangi.In più vivi nello smog. Quello vero. Te ne accorgi per la quantità di polvere che si accumula nella stanza in solo 4 giorni. Penso che una cosa del genere sia impossibile da replicare persino in un laboratorio.
Però al tempo stesso è divertente. Non sono abituato ad avere sotto casa tutto il campionario dei negozi apribili. E poi ci sono un sacco di persone (pure troppe se stai cercando parcheggio alle 2 di notte), scendi un momento e non ti senti solo. Poi ci sono gli amici che ti passano a trovare e che puoi raggiungere a piedi. E pensare che per me la macchina era indispensabile pure per prendere un caffé al bar. Insomma, ora ho iniziato una nuova vita. Incrociamo le dita.
Nota a margine. Sono andato a sentire il concerto dei The Accelerators al Piper. Volevo tralasciare questo punto ma poi ci ho ripensato: il Piper è il locale più costoso che ci sia a Roma e trovo scandaloso che pretenda di far pagare 12 € di biglietto per un concerto di band locali di giovedì; e infatti il locale era giustamente semi-deserto per la capienza che ha. Questo però è un peccato per le band che hanno suonato (oddio, non proprio un peccato per tutte perché in alcuni casi era meritato).
The Accelerators sono una band di Roma molto interessante e che secondo me va tenuta d’occhio. Molte influenze diverse, un cantante con una gran bella voce (dire quasi un Eddie Vedder de ‘noantri), una miscela interessante di popjazzrock e David Bianco a produrli. Se vi capita sentiteli.
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In rainbows
martedì, 2 ottobre 2007, 00:04 - Musica, tsubasa.it
Uff, annunciare dei post e poi sparire. E' così che si fa?No è che sto lavorando, poi ci ho un sacco di cose da fare tipo che mi sto trasferendo, poi ho trovato traffico e sono dovuto passare in tintoria, che poi c'era stata un'invasione di cavallette che non se ne vedevano dal 1980, che non ne fan più come una volta.
Avevo da fare. Prima o poi manterrò la promessa (o anche no).
Sta uscendo il nuovo album dei Radiohead. Musicalmente dei geni assoluti. Dal punto di vista commerciale: il futuro è arrivato.
Come una qualsiasi band di quelle sconosciute, si sono autoprodotti e adessi si vendono da soli. A dicembre arriverà un bel cofanetto edizione deluxe. Adesso si può acquistare il download del nuovo album In Rainbow. Non solo. La vera rivoluzione è che decidi tu quanto paghi.
Non ci credete? Andate a vedere sul loro sito. Io ho pagato 7 sterline, circa 10 euro. Perché? Perché i Radiohead mi piacciono fin dal primo album. Perché ogni album che tirano fuori è una album di qualità. Perché oggi ho deciso che acquistare il loro album vale 10 euro. Un giorno potrei decidere che ne varrà solo 1. Dal 10 Ottobre potrò scaricarlo. Quindi aggiornate i vostri feed se volete sapere che cosa ne penso.
Really it's up to you.
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La realtà esiste
sabato, 28 luglio 2007, 19:39 - Musica, Storie di vita, In giro per il mondo
Ce ne è voluto di tempo per finire di sistemare le cose lasciate in sospeso, nonostante sia stato via una sola settimana, le ultime cose da chiudere prima delle tanto sospirate vacanze (manca ancora una lunga interminabile settimana) che un po' avevo rimandato in vista della mia assenza. Complice anche questo caldo afoso che si porta via la poca voglia di lavorare, ci ho messo davvero tanto.E così ho dovuto lasciare indietro il blog e non aggiornare i pochi che non sono ancora a crogiolarsi sotto il sole in una bella spiaggia su cosa abbia fatto tutto questo tempo.
Cominciamo dal fatto che desideroso di prepararmi ai mega concerti dello Sziget Festival che mi vedranno impegnato ad Agosto, sono stato al mega concerto di Circo Massimo che vedeva protagonisti i Genesis. Sono sincero, non sono mai stato un loro grande fan. In realtà non sono un grande fan del progressive in generale, anche se dagli anni '80 in poi non si possono certo etichettare come gruppo progressive. Gli unici due dischi che abbia mai avuto dei Genesis sono Selling England by the pound e We can't dance. Questo non per sfoggiare una cultura musicale ma per dire che mi sono sottoposto al massacro del Circo Massimo non tanto per loro, quanto spinto dalla curiosità.
La serata mi ha confermato che nonostante tutto mi piacciono più i Genesis con Peter Gabriel che quelli successivi, anche se questo non penso che cambi le vostre vite più di tanto (al limite potete usare queste informazioni per non regalarmi un loro disco). Ciononostante il concerto mi è piaciuto, è stata una bella serata e ho visto un bello spettacolo. Ho respirato terra (non avete idea di quanta terra ci fosse nell'aria, smossa dalla presenza di tutte quelle persone) per ore e me la sentita in gola fino al giorno dopo.
Il giorno dopo, mentre appunto ancora respiravo terra, sono partito per fare una Summer School. E' usanza durante il periodo di dottorato fare una scuola estiva che aiuta il futuro ricercatore a saperne di più su alcuni aspetti specifici della propria materia o su metodi e tecniche di ricerca. Io per una settimana ho parlato di statistica. Il prof, una persona squisita come poche se ne trovano in giro, ci ha detto che era il corso più avanzato che avesse mai tenuto. E i nostri cervelli fusi se ne sono resi conto. Otto ore di lezione al giorno, metà la mattina, metà al pomeriggio. E la sera come bravi bimbi a letto presto. Questo, però, solo pochi secchioni. Noi altri la sera facevamo tardi a bere. Il risultato è stato che di giorno per rimanere svegli e attenti consumavamo litri di caffé (ho pagato e mi serviva seguire, quindi non potevamo fregarcene), a causa dei bagordi notturni che spesso si sono protratti fino a notte fonda. Per fortuna che il prof veniva con noi, così non abbiamo mai dovuto giudicare le facce sbattute. Tornato a casa ho dormito quasi dodici ore di fila, tanta era la stanchezza. E mi sono riportato anche due bei chiletti in più, visto che tra coffee break, pranzi, cene e alcool non facevamo che ingozzarci (piadina, prosciutto, squacquerone...e se non sapete cosa sia lo squacquerone vi consiglio un giro da quelle parti!).
Durante questa settimana c'è stato anche tempo per un fuga a Ferrara. Ero contento di andare a questa summer school, ma rosicavo troppo perché in quei giorni Damien Rice avrebbe suonato a Roma. Come risolvere? Con internet, ovviamente. Fatta una piccola ricerca ho scoperto che suonava anche a Ferrara, che distava solo 130 chilometri da dove stavo io. Non vicinissimo, ma sempre meglio che arrivare a Roma. Così, con due compagni di corso ci siamo fatti mezza giornata a Ferrata (eh si, ho fatto sega alle lezioni del pomeriggio!) che è una cittadina davvero interessante, e poi mentre loro la sera si facevano un giro io mi sono visto il concerto nella piazza di fianco al castello.
Conoscendo i suoi album, mi aspettavo un concerto molto struggente con lacrime a fiumi e invece è riuscito a sorprendermi non poco, interpretando le sue canzoni in chiave più rock e lasciandomi letteralmente senza fiato. Mi piacciono molto i suoi testi e mi piace tantissimi la sua voce che reputo una delle migliori al momento in circolazione. Ora posso dire che mi piace anche la forza e la grinta che mette nei suoi live. Ne è valsa davvero la pena di farmi tutti quei chilometri.
E come ci ha ripetuto il nostro prof per tutta la settima, ricordatevi che la realtà esiste!
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Patti Smith & Sonic Youth
martedì, 10 luglio 2007, 23:59 - Musica
No, non lasciatevi fuorviare dal titolo. Non hanno fatto un concerto insieme. Li hanno fatto a distanza di 4 giorni e in due posti diversi (in verità anche in due città diverse). Ma io sono pigro e avevo una importante riunione di dottorato da preparare (ce ne sono due all'anno, non è che potevo cannarla).Pur essendo due concerti diversi anno avuto un filo comune, ossia la riproposizione di successi del passato.
Patti Smith ha suonato all'Auditorium il 3 Luglio. L'idea del concerto era di riproporre dei classici del rock interpretati da lei. Ora in verità mi dicono che (non ero molto aggiornato in realtà) abbia addirittura fatto un album con queste cover. Certo, quando ti chiami Patti Smith puoi anche permetterti di fare un concerto con delle cover, ma un album mi sembra eccessivo. E' vero che il concerto è stato bello e ha intervallato suoi grandi successi (penoso il pubblico scatenato solo con Because the night che addirittura si è precipitato sotto il palco alle prime note) con queste cover, ma forse avrei lasciata questa esperienza solo ai live. Belle le sue versioni di Are you experienced?, di Smells like teen spirit e di White rabbit. Forse un po' banale Perfect day, anche se nel complesso è stata una bella serata.
Certo lei è una gran freakettona (si è presentata con una enorme magliettona con scritto a mano LOVE) però era bello vedere intorno a noi reduci del '68 che se la spassavano.
Il 7 Luglio mi sono visto per la seconda volta (sempre nello stesso posto) i Sonic Youth che hanno suonato nell'anfiteatro romano di Ostia Antica. Se qualcuno vi dice che sono anzianotti e datati, fidati, non ha capito davvero nulla. Già quando li ho visto la prima volta pensavo che forse dal vivo sono più bravi che su album (è difficile tenere fermo Thurston Moore e forse su album si snatura questa sua natura da bambinone con ADHD), stavolta ne ho avuto la conferma. Sono fenomenali.
Il concerto era una celebrazione per il ventennale di Daydream Nation, loro celebre album appunto del 1987. Un concerto superbo e divino, suonato con un ritmo incalzante e coinvolgente. Qualcosa di davvero eccezionale. Non so quanto abbiano suonato, ero troppo rapito per far caso a cose del genere. So che dopo aver suonato Daydream nation sono saliti sul palco altre due volte, suonando canzoni dall'ultimo album, non mi pare di aver riconosciuto niente che fosse dei precedenti, sempre stupende e in maniera eccezionale.
Insomma, se ve li siete persi c'è da rosicare non poco!
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Capossela/Brunello @ Auditorium
venerdì, 8 giugno 2007, 02:31 - Musica
Era da tempo che mi mancava da visitare la sala Santa Cecilia dell'Auditorium di Roma, che è poi quella per cui è famosa. Il tetto bombato di Renzo Piano. Di solito è la sala dedicata alla musica classica. O agli eventi davvero importanti. E nonostante mi sia visto moltissimi concerti ormai all'Auditorium nessuno era stato grande abbastanza. Ci voleva quel geniaccio di Vinicio Capossela per farmici finalmente entrare. Il buon Vinicio, decisamente in forma e (misteriosamente) sobrio, ha organizzato una performance di quelle davvero uniche, insieme al violoncellista Mario Brunello, un cui pezzo solista ha ricevuto una (meritatissima) ovazione che ha fatto sfigurare (immeritatamente) il povero musicista (di cui non posso riportare il nome a causa di qualcuno che si è fregato il mio programma, ma di cui posso dire che suonava una viola da gamba) che ha eseguito il suo pezzo solitsta subito dopo.Ma come al solito anticipo un sacco di cose, senza prima aver spiegato.
Chi si aspettava il solito concerto di Capossela è rimasto sorpreso nel vedere che non era un concerto in cui riproponeva i suoi soliti brani, ma una performance con uno tra i più famosi violoncellisti italiani, Mario Brunello, insieme a tre altri musicisti che suonavano due viole e una viola da gamba e ad un musicista al campionatore e al teremin. Con questa insolita formazione hanno presentato uno spettacolo dal titolo "Fuggite amanti, Amor" - Rime e Lamentazioni per Michelangelo, dove venivano musicati dei sonetti di Michelangelo Buonarroti, più un paio di inediti di Capossela.
Capossela è decisamente uno dei migliori artisti italiani. Ciò che la sua mente è riuscita a partorire ha dell'incredibile. Davvero. Uno che sa usare pianoforte e parole come Michelangelo usava i pennelli.
L'accostamento è facile, lo so, ma alle 2 di notte non si può chiedere di più.
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I Perturbazione al Circolo, il Classivo Village e un sabato lungo una notte
mercoledì, 2 maggio 2007, 23:54 - Musica, Storie di vita
Ci voleva il buon Davide per scuotermi dal torpore. Ci siamo fatti un paio di serate insieme e il buonumore è tornato. Certe cose arrivano da chi non te l'aspetti.Sabato ero pronto ad andare da solo al concerto dei Perturbazione al Circolo degli Artisti, quando Davide ha chiamato e m'ha chiesto se ero sempre intenzionato ad andarci. Figuriamoci se me lo perdevo. Qualcuno teme che la mia febbre da tifo torni a galla (scrivo sotto l'euforia di aver appena visto l'ingresso alla finale di Champions League ad Atene e ricordo quando nel 1994 ci andai a vedere una finale vinta quattro goal a zero), quando la febbre da concerto è molto peggio (oggi ho scoperto che il concerto di Robert Post al Piper è stato annullato e ho cacciato un urlo che quasi veniva giù il soffitto!).
Ormai sono al quarto o al quinto concerto dei Perturbazione (si lo so, un vero fan se li ricorderebbe benissimo con dovizia di particolari, ma io studio da Alzheimer) e so bene cosa aspettarmi e so che non deludono. Poi stavolta è speciale, presentano il nuovo album che ho avuto il culo di ascoltare in anteprima su MySpace (non è che io sono più figo degli altri e me l'hanno mandato, è stato lì una settimanella prima dell'uscita ufficiale) e so già che le nuove canzoni sono davvero belle.
Il Circolo all'inizio sembra poco affollato. C'è il ponte del primo maggio di mezzo, molta gente sarà fuori Roma. Hanno ristrutturato tutto il giardino fuori e ora c'è molto più spazio. Hanno messo un nuovo punto bar e anche un punto paninitramezzinicornetti. E la birra a 5 euro (il povero Davide era abituato alla Germania dove una pinta di birra costa 1.50 euro e non è annacquata come quella che si trova in molti posti in Italia).
Mentre eravamo fuori sentivamo musica dentro. Abbiamo pensato ci fosse il gruppo spalla. Siamo entrati e un tizio con una maglietta gialla usciva dal palco. Boh ci saremo sbagliati, eppure sentivamo musica. Poi in rete ho scoperto che trattavasi di Babalot. Non l'ho mai sentito e poteva essere interessante. Peccato che sul programma non ci fosse scritto. Ad essere avvertiti uno presta attenzione. Poi se non mi piaci lo dico. Ignorare mi sta un po' sulle palle.
E infatti...
L'altro gruppo spalla, quello ufficialmente segnalato, erano i Carpacho, ma 5 minuti di ascolto mi sono bastati per aver voglia di ingannare l'attesa fuori in giardino (in verità mi serviva solo una conferma, li avevo già visti e non mi erano piaciuti). Ed è lì che ho spesi i primi 5 euro per la birra (dopo gli 8 di entrata).
Finalmente hanno suonato i Perturbazione e il concerto è stato emozionante come sempre. Da quanto li vidi anni fa in un concertino per pochi eletti a Viterbo sono cresciuti parecchio e ormai sono vere star, anche se sul palco continuano a preservare la simpatia e il divertimento di sempre. Li vedi che sono contenti e si stanno divertendo, giocano, si fanno scherzi. Odio la gente che si prende troppo sul serio.
Sul palco sale anche Syria che ha i soli pregi di essere una gran bella ragazza (che alla fine è pur sempre qualcosa) ed avere un gran sorriso, ma a mio modesto parere è un po' pochino per una cantante.
Finisce il concerto e mi prendo il nuovo album (15 euro) e un altra birra (altri 5 euro). La serata si scalda. Ora, io pensavo che la serata sarebbe finita qui. Ma Davide mi dice se andiamo a vedere com'è la musica dentro. E' sabato sera, si balla. Entriamo, mi gaso un attimo, ma finisce in fretta. La musica non è eccezionale. I soliti pezzi. Ed ecco che arriva la proposta choc.
Andiamo al Classico Village?
Sinceramente non ero preparato. Ma che volete che vi dica. Non ho esitato nemmeno un istante. E così, montati in macchina, siamo arrivati fino a via Libetta dov'è il Classico (5 euro di entrata), da dove siamo andati via che erano almeno le 4 del mattino. Serata faticosa e costosa. Ma ne è valsa la pena.
E' una manciata di giornate di festa
che fanno quello che speriamo di noi,
e all'improvviso in mezzo al mio mal di testa
ho ritrovato il desiderio di essere felice.
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I Moka al Farenight
lunedì, 9 aprile 2007, 23:42 - Musica
Volevo diventare uno youtuber. Ma a causa delle ripetute violazioni del copyright Youtube ha ora imposto un limite di 10 minuti alla lunghezza dei video che si possono uploadare. E il mio dura più di un'ora.E allora sono diventato un googlevideor. Nel senso che l'ho messo su Google Video che democraticamente si piglia tutto.
Ma che ho messo? Ho un po' di vecchi concerti che ho avuto lonore/onere di filmare. E che ora doneremo ai posteri.
D'ora in poi se vi volete un video dei Moka (e altri ne seguiranno, man mano che svuoto le cassette) potrete cercarli.
Nel frattempo beccatevi questo inedito Moka @ Farenight
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